L’uomo nel mirino (The Gauntlet) è diretto ed interpretato da Clint Eastwood. Un poliziesco/thriller carico di tensione e pallottole. L’agente di polizia Ben Shockley deve eseguire una “semplice” missione: andare da Phoenix (Arizona) a Las Vegas (Nevada) e prelevare una testimone per un “normale” processo. La missione non si rivelerà per nulla semplice e il processo per nulla normale. Imprevisti ribaltamenti di situazioni creeranno problemi senza soluzione di continuità, svelando complotti e modificando le carte in tavola. La co-protagonista è Sondra Locke. Tra gli altri interpreti: Pat Hingle, William Prince, Bill McKinney, Michael Cavanaugh, Mara Corday. Il film è chiaramente figlio del decennio in cui venne prodotto e girato: gli anni settanta. Lo si vede nella caratterizzazione dei personaggi, nella recitazione delle/degli interpreti e nelle scelte di regia. E si sviluppa secondo criteri supercollaudati. Si parte da un prologo apparentemente banale per proseguire con qualche vaga sorpresa e alcune iperboliche, strampalate, assurde, pretenziose e insopportabili scene di distruzione sproporzionata. Alla fine tutto si conclude con l’apoteosi dell’eroe solitario alle prese con una missione impossibile (e improbabile) ovvero con lo scontro con l’intero sistema. Davide contro Golia. Ovviamente non manca il colpo di scena conclusivo che chiude il cerchio. Dopo avere recitato nei western di Sergio Leone e nei primi “Callaghan”, Eastwood sembra volere riportare quei vecchi afflati in questo film del 1977. Ci muoviamo tra cowboy metropolitani e poliziotti giustizialisti in un tripudio di eccessi ed esagerazioni. Il personaggio meglio costruito è quello di Gus Malley (Sondra Locke) che subisce una continua metamorfosi, trasformandosi da vittima a scaltra rivelatrice di segreti inconfessabili fino a diventare assolutamente essenziale per la buona conclusione. La scena da salvare è quella dell’inseguimento tra l’elicottero e la motocicletta per l’uso delle luci e l’alternanza di riprese in campo lungo e primi piani con l’inserto di riprese in soggettiva. Il montaggio rende maggiormente spettacolare l’intera sequenza.
Il soggetto del film è stato “mutuato” anche trent’anni più tardi da Solo 2 ore in cui il protagonista è Bruce Willis.