L’incredibile storia dell’isola delle rose

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L’incredibile storia dell’isola delle rose di Sydney Sibilia porta alla luce una curiosa vicenda di 52 anni fa che in pochi conoscevano. Nella primavera del 1968 nacque al largo delle coste riminesi una piattaforma artificiale che assunse per diversi mesi lo status di “Micronazione Indipendente”. Era oltre il limite delle acque territoriali italiane e venne costruita da un giovane, intraprendente, visionario e geniale ingegnere bolognese. Il film è una frizzante ricostruzione (un po’ romanzata) di ciò che avvenne ed è interpretato da Elio Germano (il protagonista Giorgio Rosa), Matilda De Angelis, François Cluzet, Luca Zingaretti, Fabrizio Bentivoglio e Andrea Pennacchi. Uscito nel triste periodo di pandemia da COVID durante la perdurante chiusura forzata di tutte le sale cinema, il film era disponibile sulla piattaforma web di Netflix nel 2020. Ve ne consigliamo caldamente la visione; è divertente, interessante, appassionante, ben realizzato e con interpreti perfetti. L’incredibile storia dell’isola delle rose fece incetta di candidature ai David di Donatello conquistandone ben dieci. Tre di queste si trasformarono in vittorie ed andarono ai due interpreti non protagonisti (Fabrizio Bentivoglio e Matilda De Angelis) e ai migliori effetti speciali visivi. A proposito dell’ultimo premio dobbiamo ricordare la scena della tempesta marina che colpì la piattaforma. Le altissime onde che si infrangono di sera sulla costruzione offshore sono frutto di un lavoro magnifico da parte dei tecnici degli effetti speciali. Ma l’effetto ancora più speciale dell’intero film è dato dal cast di interpreti di primissimo piano che, dal primo all’ultimo, danno il meglio di se stessi anche se, nella maggior parte dei casi, si tratta solo di ruoli di contorno. Una menzione speciale la riserviamo al giovane regista Sydney Sibilia che riesce sempre a realizzare film corali del tutto non banali. In questa occasione ha ripescato un avvenimento così anomalo e interessante che sembra fatto apposta per poterne trarre un’opera cinematografica. Riteniamo che sia un vero peccato il fatto di non averlo potuto apprezzare nel luogo che gli avrebbe reso il giusto merito: le sale cinematografiche.

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