Dreamin’ Wild

dreamin_wildI fratelli Donnie e Joe Emerson erano poco più che ragazzini negli anni settanta e abitavano in campagna dove il padre lavorava coltivando la terra. Donnie era il più talentuoso; prima di compiere diciotto anni era già in grado di comporre canzoni e capace di suonare molti strumenti mentre Joe – minorenne pure lui – era alla batteria. Il grande entusiasmo ed amore per la musica di Donnie trascinò anche il fratello nell’avventura del pop-rock-soul. Un mix di stili fusi insieme da un “sound” casalingo ma accattivante. Il padre Don assecondò la loro passione costruendo nel loro terreno uno studio di registrazione in piena regola. I fratelli riuscirono ad incidere un intero album e trovarono anche un’etichetta disposta a trasformare il loro nastro in un disco vero e proprio che venne poi distribuito. Riscosse un grande successo? No, per niente. Tutti i soldi investiti dal padre per permettere ai figli di coronare i loro sogni non raggiunsero il loro scopo e finirono per danneggiare notevolmente l’attività agricola di famiglia. Donnie continuò imperterrito per decenni a lavorare in ambito musicale coltivando sempre il sogno giovanile mentre Joe preferì dedicarsi a tutt’altro. Dopo trent’anni da quell’avventura il loro Long Playing (disco in vinile 33 giri) arrivò alle orecchie di una società specializzata nel recupero di vecchi insuccessi e venne rimasterizzato, ripubblicato e ridistribuito. Ottenne un enorme successo, pur tardivo, e i fratelli Emerson vennero inaspettatamente richiamati sui palcoscenici americani per riproporre anche “live” il loro vecchio album. Una storia – vera – che ha richiamato l’attenzione del regista cinematografico Bill Pohlad il quale ne ha realizzato un film intitolato alla stessa maniera del vecchio LP: Dreamin’ Wild. Alla Mostra di Venezia 2022 è stato presentato in anteprima ma fuori concorso. Da una storia vera è uscito un film, probabilmente, sincero. I protagonisti reali della vicenda sono tutti in vita e questo fa presupporre che il racconto sia stato in qualche modo aderente ai fatti accaduti. Gli attori protagonisti sono Casey Affleck (Donnie), Walton Goggins (Joe) e Beau Bridges (il padre Don) mentre i giovani Jack Dylan Grazer e Noah Jupe interpretano i due musicisti da adolescenti. Il termine più corretto per definire l’intero film è senz’altro “tenerezza”. Sia il rapporto padre/figli sia quello tra fratelli è caratterizzato da una costante atmosfera di serenità. Pur nelle difficoltà della vita, tra sensi di colpa, frustrazioni, sogni infranti e delusioni, i rapporti interpersonali sono costantemente caratterizzati da una tenerezza impressionante. La musica, poi, che collega e incolla le sequenze del film e della vita contribuiscono ad addolcire anche i momenti più difficili. È un piccolo film, una piccola storia, senza evidenti punti di eccellenza ma con una piacevole scorrevolezza. Per chiudere con una battuta pronunciata da Donnie al figlio piccolo: “ora dormi così puoi sognare, perchè devi sognare!”
N.B. Queste righe sono state scritte con un particolare sottofondo musicale: l’intero album originale Dreamin’ Wild. Musica vecchiotta ma non superata, spensierata, del tutto artigianale, molto americana, (anni settanta). Se non la conoscete – come non la conosceva nemmeno chi vi scrive – cercatela. È un ascolto piacevole.

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