Brivido nella notte (Play Misty for me) del 1971 rappresenta un capitolo importante nella carriera di Clint Eastwood. Alla fine degli anni sessanta, Eastwood era diventato una vera star; dopo centinaia di episodi di una fortunata serie TV intitolata “Gli uomini della prateria” (Rawhide) e il trittico di western all’italiana diretti da Sergio Leone, era ormai giunto il momento di fare un salto di qualità e Clint decise quindi di passare anche, ma non solo, dietro la macchina da presa. Brivido nella notte fu la sua prima regia. Prima di allora, aveva spiato i sui registi preferiti come Sergio Leone e Don Siegel ed aveva imparato molti trucchi del mestiere. L’aiuto degli amici non si dimentica e Siegel venne quindi invitato a comparire come attore nel ruolo di barman nelle scene iniziali del film. Brivido nella notte è un thriller interessante che inizia con una sequenza in campo lungo ripresa dall’elicottero. Questo modo di aprire la storia sarà utilizzato da Eastwood (che qui resta anche l’interprete principale) in moltissimi altri film. Dave Garner è un disc-jockey radiofonico che cura una trasmissione sull’emittente KRML di Carmel by the sea (in California). Ogni volta che Dave prende possesso del microfono, riceve, puntualmente, una richiesta sempre uguale: una voce femminile chiede che venga suonato un brano jazz intitolato “Misty”. Un caso solo apparentemente fortuito fa incontrare Garner con la misteriosa ammiratrice (interpretata da Jessica Walter) scatenando una intensa passione. La donna inizia quasi subito a manifestare qualche segnale di squilibrio psichico ed infatti arriverà a rovinare drammaticamente la vita del deejay. Due sono gli elementi principali che arrivano a costituire la robusta ossatura del film: una tensione emotiva che cresce costantemente fino ad un culmine che più classico non si potrebbe e la musica jazz (sia nella trasmissione radiofonica di Dave che nel Festival di Monterey). Brivido nella notte ha compiuto cinquant’anni ma non li dimostra. Davvero.