Nel 1978 il compianto Christopher Reeve rinverdì la fama cinematografica del Supereroe per eccellenza con quella grande “S” stampata sul petto e il mantello rosso fiammante. Quel Superman diretto da Richard Donner ebbe un successo strabiliante. La Computer Graphic era ancora alla preistoria e gli effetti speciali furono in massima parte realizzati con le classiche tecniche artigianali pur perfezionate. Un film molto patinato, luminoso, che sembrava quasi disegnato dalle stesse mani che ne realizzarono il fumetto. Colori vivi, personaggi sempre positivizzanti. Anche il cattivone Lex Luthor (Gene Hackman) era malvagio ma macchiettistico. Un’avventura decisamente “pop”, impreziosita anche da comprimari del calibro di Terence Stamp, Susannah York e Marlon Brando (che venne pagato fior di milioni per una breve apparizione nel ruolo di Jor-El). La saga continuò con altri tre sequel.
Poi nel 2006 Brandon Routh ritorna alle origini e riveste i panni che furono di Reeves recitando in Superman Returns diretto da Bryan Singer. Ora la tecnologia è progredita a tutto spiano e gli effetti speciali sono frutto della CGI al 100%. L’atmosfera generale non si discosta per nulla da quel “pop” degli illustri precedenti. Il film sembra un copia-incolla della versione girata quasi trent’anni prima. L’unica differenza è data dalla diversa e più moderna tecnica cinematografica. Anche Marlon Brando viene fatto “risuscitare” per riapparire nel ruolo originale. Questa volta Lex Luthor ha le sembianze di Kevin Spacey. Superman Returns è un remake che poteva essere evitato; ottenne un deludente risultato al botteghino sia italiano che mondiale. Nel 2013 arrivano finalmente Christopher Nolan (a produrre) e Zack Snyder (a dirigere) cambiando drasticamente le carte in tavola. L’Uomo d’Acciaio (Man of Steel) ha il volto – e i muscoli – di Henry Cavill, un costume più “batmanizzato” e tinte dark.
Il protagonista è sempre lui ma, per cortesia, non chiamatelo più Superman! L’arcinoto marchio di fabbrica è scomparso dal titolo, quasi sparito anche dal film, e pure dal costume. La grande “S” sul petto dell’Uomo d’Acciaio ora vuol dire solo “Speranza”. Il fortissimo kryptoniano extraterrestre oggi non sorride più. Ha trascorso tutta la giovinezza tentando di nascondere la sua vera natura, su consiglio del padre adottivo (Kevin Costner-Jonathan Kent). Una vita da eremita per evitare di sconvolgere il pianeta Terra. L’Uomo d’Acciaio verrà obbligato a svelarsi in tutta la sua potenza solo quando sarà chiamato a difendere il nostro pianeta che è minacciato dall’arrivo del malvagissimo Zod (Michael Shannon) proveniente dallo stesso pianeta d’origine di Kal-El/Clark Kent/Superman ovvero l’ormai esploso Krypton. Con l’assenza di Lex Luthor (siamo pronti a scommettere sul suo arrivo nel prossimo episodio), e Russell Crowe nel ruolo del nuovo Jor-El, questo comic-action-movie è diverso da ogni altro predecessore. Nulla è più come prima. Il tocco di Nolan ha già profondamente interiorizzato la figura di Batman rinominandolo come Il Cavaliere Oscuro ed ora sta eseguendo la medesima operazione con Superman (anche se solo come produttore) ribattezzandolo ufficialmente in L’Uomo d’Acciaio. Il messaggio è chiaro: quando passa Nolan… dimenticatevi il passato perchè tutto sarà nuovo!
Voto: 7-