The Tree of Life scritto e diretto da Terrence Malick. Quasi tutti gli attori di Hollywood farebbero carte false pur di lavorare in un film di Malick. Per Sean Penn è la seconda volta ma per Brad Pitt è la prima. Il punto, però, è un altro: i protagonisti non sono gli attori. L’evento visivo e visionario realizzato da Malick è composto da immagini evocative ed eteree. La fotografia, la scenografia e la colonna sonora sono i veri protagonisti incontrastati. Leggendo qua e là per il web e/o sulla carta stampata troviamo una miriade di critiche entusiastiche. Anche a Cannes ha suscitato grandi giudizi benevoli. Attenzione, però, perchè non è affatto un film per tutti. La sua particolarità ed originalità soddisfa i palati più fini ma può risultare assai indigesto alle grandi platee di mangiatori di pop-corn. Il mistero della vita e della morte. La rappresentazione dei sentimenti più profondi e della laica sacralità del quotidiano vengono espressi attraverso auliche immagini metafisiche. Descrivere ciò che si vede sullo schermo diventa davvero arduo. Citazioni bibliche e rimandi spirituali fanno da collanti tra i diversi quadri narrativi. Tutto viene raccontato attraverso suggestioni visive e sonore. Il sottile e impalpabile afflato aereo ed etereo coinvolge i sensi e l’animo dello spettatore. Sia ben chiaro che non si tratta di un film di stampo tradizionale. Il taglio è prettamente Malickiano. Un film criptico e introspettivo. Se visto a tarda ora e magari dopo una lunga giornata di lavoro può sortire un notevole effetto soporifero. E’ arte pura ma anche pazzia. Genio cinematografico e follia onirico-visionaria.
Voto: 7-