Irina Palm uscì in Italia nel 2007 e riscosse successo solo grazie al passaparola. La regia è di Sam Garbarski e la protagonista è l’ex cantante Marianne Faithfull. Una storia tenera e buonista che tocca temi potenzialmente volgari ma lo fa in modo assai leggero. Una nonna, vedova già da anni, si fa carico del problema di suo nipotino che è gravemente malato e bisognoso di costose cure; decide così di cercare un lavoro all’insaputa del figlio e finisce a fare la hostess in un locale a luci rosse. Mai immaginava cosa si intendesse con quel termine. Manipolare il membro maschile attraverso il cosiddetto “glory hole” non è un lavoro come un altro ma Maggie si rivela poco alla volta una straordinaria “seghista”. Talmente brava da arrivare a meritarsi il nome d’arte di Irina Palm. La più improbabile delle cosiddette Hostess in poco tempo guadagna i soldi necessari per la terapia del nipote. La famiglia, però, si insospettisce e si lancia alla ricerca di come sia arrivato tanto denaro. Con un plot simile sarebbe stato facile scivolare nello squallido o nel volgare ma il regista Sam Garbarski riesce ad evitare la trappola girando una deliziosa commedia con un tatto unico. Ci si diverte nel vedere le reazioni delle vicine di casa di Maggie curiose di conoscere quale sia questa nuova attività che tanto sta impegnando la nonna. Ci si commuove per il buonismo che pervade tutto il film. Ci si emoziona per il finale strappa-lacrimuccia. Commedia meritevole.
Voto: 7+