In sintesi
- 🐅 Sandokan
- 📺 Rai 4K (canale 210 tivùsat) e Rai1, ore 21:30
- 🎬 Nuova serie kolossal che racconta la trasformazione di Sandokan in leggenda, con episodi centrali ricchi di avventura, tematiche coloniali, identità e personaggi moderni; una produzione spettacolare che reinterpreta il mito per il pubblico contemporaneo.
Sandokan, Can Yaman, Ed Westwick, Rai 4K e la rinascita dell’eroe salgariano tornano protagonisti assoluti della prima serata di oggi, lunedì 8 dicembre 2025. Una di quelle serate in cui accendere la TV diventa quasi un rito, soprattutto quando un titolo così iconico viene proposto nella sua versione più spettacolare, in 4K, su Rai 4K e Rai1.
Gli episodi 3 e 4 rappresentano il cuore pulsante della nuova serie targata Rai e Lux Vide, un momento decisivo nella trasformazione del pirata Sandokan in ciò che diventerà: una leggenda. E non sono semplici puntate di transizione – anzi, sono quelle in cui la serie mostra la sua ambizione, il suo potenziale e, perché no, anche le sue contraddizioni più interessanti per chi ama analizzare le serie con occhio nerd.
Sandokan in 4K: perché questa serata è imperdibile
La proiezione di oggi alle 21:30 su Rai 4K (canale 210 tivùsat) permette finalmente di apprezzare il lavoro visivo, tecnico e scenografico che sta dietro questo kolossal italiano. La giungla del Borneo ricostruita in Italia, i set di Singapore realizzati con tecnologia di virtual production, le navi, il Capodanno Lunare: tutto trova nuova vita in una definizione che mette in evidenza il lato migliore dell’operazione.
Il progetto di Jan Maria Michelini e Nicola Abbatangelo è infatti uno dei più ambiziosi degli ultimi anni per la Rai. E la scelta di mandare gli episodi centrali della stagione in 4K non è solo un vezzo tecnico: è un modo per valorizzare quel mix di avventura, politica coloniale e romanticismo che ha reso Sandokan un mito di generazioni.
Sandokan Episodio 3: il risveglio di Marianna e il volto oscuro del colonialismo
In “In ostaggio”, Sandokan punta alle miniere di antimonio del Sultano. Una scelta narrativa non casuale: l’antimonio diventa simbolo perfetto dello sfruttamento delle risorse naturali da parte delle potenze coloniali, un tema molto contemporaneo. La serie qui osa, perché tocca corde politiche che Salgari aveva solo sfiorato, ma che oggi trovano un’eco sorprendente.
Il momento più importante dell’episodio, però, è l’evoluzione di Marianna. Il suo “risveglio”, di fronte alle atrocità commesse dagli inglesi nelle colonie, la distacca definitivamente dal mondo d’origine e la avvicina al percorso di Sandokan. Da spettatore appassionato, è impossibile non notare come l’arco di Marianna renda la serie più moderna e consapevole. Non più figura ornamentale, ma co-protagonista politica.
Ed è proprio qui che si nota l’ambizione del progetto: raccontare la nascita di un’eroina e non solo quella di un eroe.
Sandokan Episodio 4: Singapore, identità e un eroe più umano
Nel quarto episodio, la serie cambia respiro. Il rifugio a Singapore mostra nuove atmosfere, nuovi colori, un mondo più cosmopolita. Durante il Capodanno Lunare, Marianna vede Sandokan sotto una nuova luce: non il pirata leggendario, non il guerriero della profezia, ma un uomo legato alle sue radici, alla sua terra, ai suoi affetti.
Qui avviene uno dei passaggi più riusciti dell’intera produzione: Sandokan smette di essere solo una figura epica per diventare un personaggio tridimensionale, vulnerabile. Da “Tigre della Malesia” in potenza, a uomo in conflitto con il proprio destino. Una scelta narrativa che divide alcuni nostalgici della versione anni ’70, ma che dà profondità all’intero progetto.
L’intervento finale del Sultano poi ribalta le aspettative, introducendo nuove dinamiche politiche e spostando il baricentro della storia oltre il semplice confronto tra pirati e inglesi.
Sandokan e il cast: punti di forza e qualche spigolo
Can Yaman sorprende nei momenti più interiori del personaggio, mentre Ed Westwick – con quel carisma da villain elegante – è chiaramente costruito per essere un antagonista magnetico. Marianna (Alanah Bloor) è forse la sorpresa maggiore: giovane ma credibile, capace di portare in scena un personaggio pieno di evoluzioni emotive.
Certo, qualche scelta recitativa resta divisiva, soprattutto nei toni più “pulp” o quando il registro vira verso il melodramma. Ma è proprio questo mix di ambizione, estetica e eccesso che rende interessante questa nuova incarnazione di Sandokan.
- Una produzione spettacolare e tecnicamente avanzata
- Un racconto che vuole parlare a un pubblico moderno, soprattutto nei temi del colonialismo e dell’identità
Perché questa nuova versione di Sandokan conta davvero
La forza di Sandokan non è solo visiva né puramente nostalgica: è culturale. A quasi cinquant’anni dalla serie di Kabir Bedi, questo nuovo Sandokan tenta un’operazione difficile ma necessaria: avvicinare un’icona italiana alle sensibilità del 2025. E lo fa con coraggio, cercando un equilibrio tra mito, spettacolo e nuove coscienze politiche.
Gli episodi di stasera mostrano nel modo più evidente ciò che la serie vuole essere: non un remake, ma un origin story che rende Sandokan un eroe moderno, complesso, forse imperfetto, ma finalmente umano. Una versione che apre alla discussione, accende il dibattito e invita chi guarda a osservare il passato con occhi nuovi.
Stasera, dunque, preparatevi a un Sandokan che sa sorprendere, dividere, emozionare e – soprattutto – ricordarci perché questo personaggio continua a essere parte dell’immaginario collettivo italiano.
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