Interstellar

Interstellar

Interstellar scritto e diretto da Christopher Nolan, con Matthew McConaughey, Anne Hathaway, Jessica Chastain e Michael Caine insieme ad una breve ma significativa apparizione anche di Matt Damon. Fantascienza allo stato purissimo. Quasi tre ore di epopea interstellare con l’umanità alla ricerca di un altro mondo da abitare per non estinguersi. Il nostro bellissimo pianeta è, infatti, gravemente e irreparabilmente malato. Se l’argomento non è nuovo, non si può dire altrettanto del modo in cui Nolan lo ha affrontato.

L’amore è l’unica cosa che riusciamo a percepire che trascenda le dimensioni di tempo e spazio.

Il tema preponderante è l’amore con la A maiuscola. Quello profondo che lega un padre ai propri figli, quello mistico che spinge alcuni esseri umani a cercare soluzioni per proteggere altri. Per contro non manca nemmeno l’egoismo, la strumentalizzazione, l’arrivismo. Un film spettacolare in cui ogni personaggio utilizza le tecnologia per raggiungere scopi precisi. Il robot di bordo non ruba la scena ai protagonisti ma rimane ai margini. Al contrario di quanto fece HAL 9000 in 2001 Odissea nello spazio, TARS non entra in competizione con gli astronauti ma li affianca ed aiuta. L’aspetto tecnologico è solo strumentale alla vicenda; mai in primo piano. Nolan ci presenta un pianeta Terra allo stremo ma non incolpa nessuno. Il concetto di base è quasi filosofico. Amore e morte sono strettamente connessi e interfacciati dalla relatività di tempo e spazio; come a dire che nulla è come appare ma tutto è piegabile nei modi più impensati. Non ci sono certezze perchè quando ritieni di avere capito, scopri risvolti non calcolati.

Non fidarti della cosa giusta fatta per i motivi sbagliati; è il perchè che conta. E’ basilare.

Gli affascinanti elementi scenografici seguono lo stesso percorso di quelli tecnologici. Tutto è ben curato ma rimane in secondo piano. Precedenza assoluta ai concetti astratti. Idee di ambienti pentadimensionali con il tempo e lo spazio che non seguono le tradizionali concettualizzazioni ma che vengono plasmati con insondabili strutture tra di loro comunicanti a vari livelli. Una dimensione “altra” che conduce per mano lo spettatore conducendolo in mondi quasi onirici e trascendentali. Non facile da trasporre in immagini. Tutto questo diventa suggestione, fascinazione, ammaliamento. Poesia.

Voto: 7+

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