Il regista inglese Stephen Frears adora trasporre sul grande schermo storie vere, più o meno recenti, purchè abbiano catturato in qualche modo l’opinione pubblica. Con The Program possiamo assistere al racconto, ben sceneggiato, della carriera di Lance Armstrong ovvero del ciclista americano che vinse ben sette edizioni (consecutive) del Tour de France. Un’impresa sportiva più che clamorosa, soprattutto per uomo che aveva già lottato, e vinto, contro un tumore. Ma Armstrong, uomo senza mezze misure, non si accontentò del clamore mediatico meramente sportivo e continuò ad imperversare sulle cronache dei giornali, non più per le gesta atletiche bensì per lo scandalo del doping. Il grande esempio di uomo di sport che sconfigge tutto e tutti con la sola forza di volontà e duro allenamento, divenne di punto in bianco il contrario di se stesso. Dal perfetto modello da seguire, si trasformò in quello da evitare. Da eroe sportivo a mentitore e arrivista. Una giravolta a 180 gradi che lasciò milioni di sportivi, e non, con un tremendo amaro in bocca. La vicenda, ormai ben conosciuta dal mondo intero, non ha più segreti per nessuno. Il rischio, quindi, per Stephen Frears era quello di dirigere una sorta di film in stile “documentario” e, in effetti, c’è andato vicino. Il pregio maggiore del film, quindi, ne è anche l’altrettanto maggiore difetto. L’aderenza ai fatti veramente accaduti coinvolge in tutto ciò che vediamo ma la quasi totale assenza di artefatti rende piuttosto freddo e distaccato l’intero racconto. Da applauso è l’interpretazione dell’attore americano Ben Foster che incarna il protagonista con un realismo magistrale. Il cast, ben nutrito, comprende anche un nome di spicco: Dustin Hoffman. Tra gli altri interpreti troviamo anche Chris O’Dowd, Guillaume Canet, Jesse Plemons, Lee Pace e Denis Menochet. Il film uscì in sala nell’autunno del 2015 ma venne distribuito in un numero esiguo di schermi ed incassò poco più di 300.000 euro. Già da tempo è disponibile in home video.