The Next Three Days

The Next Three Days

Lei, lui e un figlio di sei anni. Lei è accusata di avere ucciso la capo ufficio e viene giudicata colpevole. Deve scontare l’ergastolo. Lui è assolutamente convinto che lei sia innocente e gioca tutte le carte legali per farla scagionare. Tentativo inutile. Allora estrae l’asso dalla manica ed inizia a giocare pesante, cercando un modo per farla evadere. A questo punto si apre un ventaglio di iperboliche possibilità. Russell Crowe subisce una metamorfosi; da pacato insegnante di scuola superiore diventa uno spietato giustiziere alla stregua di un novello Rambo. Sarà un caso, ma la parte di suo padre è proprio interpretata da Brian Dennehy che impersonò lo sceriffo Will Teasle (il primo accanito avversario di John Rambo). Questo è il plot di The Next Three Days diretto da Paul Haggis (premio Oscar per le sceneggiature di Million Dollar Baby e Crash). Il cast è formato da Russell Crowe, Elizabeth Banks, Brian Dennehy, Lennie James, Olivia Wilde e Liam Neeson (in una piccolissima parte). Il film è un remake del francese Pour Elle e mette in scena la trasformazione di un uomo tranquillo in uno spietato personaggio senza scrupoli. La tensione è sempre altissima ma il nocciolo della questione non regge tutta la sovrastruttura che lo circonda. Non ci sono sorprese; tutto fila liscio come dovrebbe fino ad un finale per certi versi telefonato. La regia catapulta gli spettatori da una scena all’altra con ritmo e pathos ma senza cuore. Si, manca qualcosa; forse proprio il cuore. Quel QUID che può far pendere l’ago della bilancia sull’OK o sul MA. L’occasione era servita su un piatto d’argento ma è stata parzialmente sprecata. Non si può parlare di pellicola da mandare al rogo ma solo di una storia carica di tensione che non trova, nello sviluppo, un’adeguato e continuativo supporto.

Voto:

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