I generi cinematografici più percorsi negli anni sessanta erano la commedia e il peplum (più in generale, i film epico-storici); Maciste alla corte del Gran Khan del 1961 è il classico esempio del secondo. E’ una coproduzione italofrancese, come accadeva spesso all’epoca, e la regia è di Riccardo Freda. Gordon Scott è Maciste, Yoko Tani è la principessa Lei-Ling. Tra il 1960 e il 1965 vennero girati numerosissimi film incentrati sulle gesta di Maciste; parliamo di quasi venti film (forse un record). Maciste alla corte del Gran Khan fu uno dei primi ad aprire questo fortunato filone. Naturalmente lo sforzo produttivo era enorme e non tutti i film potevano contare su grandi budget; questo significava che le scenografie erano spesso create velocemente grazie al lavoro di esperti artigiani ma non sempre risultavano adeguate. I registi che si alternarono nei vari film di Maciste erano Amerigo Anton, Guido Brignone, Mario Mattoli (in una parodia con Raimondo Vianello, Sandra Mondaini, Franco Franchi e Ciccio Ingrassia), Giacomo Gentilomo, Guido Malatesta, Domenico Paolella, Piero Regnoli (sotto lo pseudonimo di Martin Andrews), Michele Lupo, Antonio Leonviola e, ovviamente, Riccardo Freda che girò anche Maciste all’Inferno nel 1962. Nel ruolo del forzuto Maciste venne spesso scelto Mark Forest che interpretò quel ruolo per ben sette volte e Kirk Morris (ovvero Adriano Bellini) per tre volte contro le due di Gordon Scott.