Steve McQueen: la bio-filmografia completa

Steve McQueen

Terence Steve McQueen (conosciuto semplicemente come Steve McQueen) nacque il 24 Marzo 1930 e morì, di malattia, in Messico nel 1980.

L’attore americano simbolo per eccellenza di vita avventurosa e spericolata era proprio Steve McQueen. L’uomo dagli occhi di ghiaccio che spopolava sugli schermi cinematografici tra gli anni sessanta e settanta morì di cancro a soli cinquant’anni vissuti, però, a forte velocità. Amava le corse anche a livello professionale. In una famosa gara automobilistica riuscì anche a stare incollato all’allora campione di Formula 1 Mario Andretti. Amava e collezionava auto e motociclette; spesso nelle scene d’azione su due o quattro ruote rifiutava le controfigure e interpretava in prima persona anche le sequenze potenzialmente pericolose. Dopo un’infanzia non facile (ancora prima di nascere venne abbandonato dal padre e accolto con poco entusiasmo anche dalla madre), nel 1947 si arruolò nel corpo dei Marines e vi rimase fino al 1950. Nel 1952 venne ammesso all’Actor’s Studio e nel 1956 debuttò al cinema con Lassù qualcuno mi ama (Somebody Up There Likes Me) ovvero la storia del pugile Rocky Graziano accanto a Paul Newman nel ruolo del protagonista; McQueen venne doppiato da Cesare Barbetti. Nello stesso anno contrasse il primo matrimonio con l’attrice Neile Adams da cui avrà due figli: Terry e Chad.

I Magnifici Sette

Nel 1958 recitò in Blob – Fluido Mortale (The Blob) per la regia di Irvin S. Yeaworth Jr. doppiato da Pino Locchi e nel 1959 viene diretto per la prima volta da John Sturges in Sacro e Profano (Never So Few). Con lo stesso Sturges girerà nel 1960 I Magnifici Sette (The Magnificent Seven) ovvero il rifacimento in chiave americana de I Sette Samurai di Kurosawa; il cast è di tutto rispetto e comprende assi del calibro di Yul Brynner, Ely Wallach e Charles Bronson.

Tra il 1961 e il 1962 gira Per favore non toccate le palline (The Honeymoon Machine) e L’Inferno è per gli eroi (Hell Is for Heroes). Nel 1963 gira Soldato sotto la pioggia (Soldier In The Rain) sotto la regia di Ralph Nelson ma soprattutto La Grande Fuga (The Great Escape) ovvero un capolavoro nel suo genere sempre diretto da John Sturges; il cast comprende anche Charles Bronson, James Coburn, Donald Pleasance, Richard Attenborough, e racconta la fuga organizzata dai prigionieri di guerra americani maggiormente esperti in evasioni che per l’occasione erano stati riuniti tutti nello stesso campo di prigionia tedesco durante la seconda guerra mondiale.

La Grande Fuga

Nel 1963 è impegnato a girare Strano Incontro (Love with the proper stranger) e nel 1965 Cincinnati Kid (The Cincinnati Kid) di Norman Jewison e L’ultimo tentativo (Baby the Rain Must Fall) di Robert Mulligan. L’anno successivo è la volta di Nevada Smith di Henry Hathaway, e Quelli della San Pablo (The Sand Pebbles) di Robert Wise. Nel 1968 è nel cast di Bullitt di Peter Yates e Il caso Thomas Crown (The Thomas Crown Affair) di Norman Jewison. Nel 1969 lo vediamo in Boon il saccheggiatore (The Reivers). Spesso si chiedeva se fosse il caso di abbandonare il cinema per dedicarsi a tempo pieno alle corse. Nel 1971 riesce finalmente ad assemblare queste due grandi passioni e gira il film La 24 Ore di Le Mans (Le Mans) trovandosi perfettamente a suo agio negli abitacoli delle auto impegnate in pista. L’Ultimo Buscadero (Junior Bonner) è del 1972. Nello stesso anno divorziò da Neile Adams e girò Getaway! con Ali MacGraw di cui si innamorò al punto da sposarla l’anno successivo. La sua filmografia continua con Papillon di Franklin J. Schaffner e con il kolossal L’inferno di Cristallo (The Towering Inferno) del 1974 diretto da John Guillermin in cui è affiancato da Paul Newman, William Holden, Faye Dunaway, Fred Astaire, Robert Wagner e Richard Chaberlain; venne doppiato questa volta da Sergio Rossi. Altri tre film completano la sua carriera: Un nemico del popolo (An Enemy of the People) del 1978 – anno del suo secondo divorzio – Tom Horn e Il cacciatore di taglie (The Hunter) del 1980. Nel gennaio del 1980 si sposò per la terza volta, con Barbara Minty, e nel novembre dello stesso anno si spense in una casa di cura messicana.

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