Sopravvissuto – The Martian di Ridley Scott con Matt Damon, Jessica Chastain, Kristen Wiig, Kate Mara, Jeff Daniels, Sean Bean, Chiwetel Ejiofor, Michael Peña.
Matt Damon è l’astronauta Mark Watney. Durante una missione su Marte, sorpreso da una tempesta, viene abbandonato sul posto dai compagni di viaggio perchè ritenuto ormai deceduto. In realtà è ancora vivo e dovrà cercare di sopravvivere per anni in quella inospitale situazione fino all’arrivo di una nuova spedizione spaziale. E’ da solo, su Marte. Sopravvissuto – The Martian è un onesto film di fantascienza costruito con lucidità. Ridley Scott ha scelto uno stile simpaticamente ingannevole. Ti porta a credere che sia solo una ricostruzione di qualche evento accaduto sul serio come lo fu Apollo 13 di Ron Howard, mentre tendi a dimenticare che su Marte non ci siamo ancora arrivati. Non c’è eccesso di patriottica esaltazione o retorica stucchevole come in Armageddon ma neppure l’afflato panico del meraviglioso Gravity. Proprio il film di Alfonso Cuarón è il termine di paragone più appropriato da affiancare a The Martian. Se in quell’occasione il respiro era ampio e a largo raggio, in questo caso il focus è più incentrato sugli esseri umani. Là, lo spazio era l’unico protagonista incontrastato e i due astronauti volteggiavano nel vuoto infinito proprio come nella storia stessa. Qui, invece, l’attenzione rimane sempre fissa sui cosmonauti, soprattutto sul protagonista assoluto. L’ambiente esterno è solo uno sfondo, un mezzo per raccontare la storia. Mentre Cuarón descrive l’ambiente, Scott evidenzia le persone con continui primi piani sul volto di Matt Damon e sui comprimari. Lo spazio è la fuori, lo sai e te ne fai una ragione ma tu rimani all’interno dei moduli che viaggiano per mesi tra la Terra e Marte. Come a suggerire che il viaggio verso il pianeta rosso sia in realtà un percorso alla scoperta del nostro IO più profondo. Anche la colonna sonora con le canzoni “disco” anni ’70 ti distrae dal clima fantascientifico e ti porta ad una identificazione anomala con l’astronauta abbandonato. Non pensi al film ma ad una trasmissione in diretta TV da Marte. Un gioco degli inganni divertente ma freddo. Molto interessante anche la sequenza condita dal brano “STARMAN” di David Bowie; vorresti che non finisse più. E l’espressione di Sean (Boromir) Bean quando apprende che la missione di recupero viene chiamata “Elrond”? Da cineteca! 🙂
Voto: 7+