Prometheus è un film interpretato da Noomi Rapace, Michael Fassbender, Guy Pearce, Idris Elba, Logan Marshall-Green, Charlize Theron, Kate Dickie, Sean Harris, Rafe Spall, Benedict Wong e Ben Foster. Ridley Scott apre il film del suo ritorno alla fantascienza con un incipit che strizza l’occhiolino a 2001 Odissea nello spazio e Blade Runner. L’eterna ricerca dell’uomo: da dove veniamo? Quale mente ci ha partorito? Perchè? Per cercare le risposte, Prometheus parte da presupposti laici. La Dott.ssa Shaw (Noomi Rapace) non si separa mai dall’amato crocefisso ma il postulato del film è tutto tranne che religioso. La Prometheus è l’astronave che, partita nel 2089 dalla Terra, arriva alla meta dopo due anni di viaggio. L’equipaggio è in crio-stasi e viene risvegliato dal lungo sonno grazie al bio-robot David (Michael Fassbender). I protagonisti, animati dal desiderio di investigare sulle nostre origini, troveranno – invece – la causa della nostra rovina. Dopo 33 anni dall’uscita di Alien, apprendiamo cosa avvenne prima di quegli infausti eventi. Il nuovo thriller fantascientifico di Ridley Scott ha numerose sfumature horror; anche a tinte molto forti. Il divieto ai minori di quattordici anni è pienamente giustificato. Non solo effetti speciali e atmosfere spaziali ma anche pretestuose giustificazioni etno-filosofiche (per la verità piuttosto forzate). Con un finale che lascia chiaramente spazio ad una o più continuazioni, Prometheus ci lascia stupiti ma anche un po’ delusi. Immagini potenti e, se vogliamo, anche poetiche ma non persuasive. Noomi Rapace raccoglie l’eredità di Sigourney Weaver e ne ricalca l’interpretazione del 1979, ma tutto il resto non riesce a convincere pienamente. In fin dei conti Prometheus è un quasi-capolavoro di estetica ma povero nell’anima.