Monuments Men

Monuments Men (titolo originale: The Monuments Men) di George Clooney con George Clooney, Cate Blanchett, Matt Damon, Jean Dujardin, John Goodman, Bill Murray.

Monuments Men

Un film ispirato ad eventi accaduti durante la seconda guerra mondiale. Il Presidente americano Roosvelt si preoccupó, oltre che di combattere le truppe di Hitler, anche di preservare la cultura della vecchia europa e istituì la squadra dei cosiddetti Monuments Men. Non proprio soldati bensì esperti d’arte la cui missione era quella di “controrubare” migliaia di dipinti e sculture a loro volta già “rubati” da Hitler. L’obiettivo del Führer era quello di realizzare un imponente museo, naturalmente nella sua madre patria. Non sarebbe stato un grosso problema se Hitler stesso non avesse diramato un’inquietante direttiva: alla sua eventuale morte o cattura, tutte le opere deportate sarebbero state distrutte. Come a dire: “o le posseggo io o nessun altro”. Il racconto si sviluppa, naturalmente, in mezzo a teatri di cruente battaglie ma il film non è “di guerra” bensì “sulla guerra”. Il tono rimane scanzonato anche nelle scene piú drammatiche. Una leggerezza splendidamente interpretata da comprimari di lusso come Bill Murray e John Goodman. Una sorta di caccia al tesoro con due obiettivi: la cosiddetta Pala di Gand (un Polittico di dodici pannelli ad opera di Jan Van Eyck) e la Madonna con Bambino di Michelangelo. La ricerca di queste due opere di straordinario pregio artistico ed economico conducono la squadra verso la scoperta di innumerevoli altri reperti trafugati dal reich. Il punto di vista della difesa del patrimonio artistico-culturale costituisce una prospettiva nuova da cui partire per osservare il secondo conflitto mondiale. È come se osservassimo la guerra attraverso il buco di una serratura. Così come Spielberg in Salvate il soldato Ryan si chiedeva se valesse la pena di sacrificare la vita di diversi soldati per salvarne solo uno, anche Monuments Men si interroga apertamente su un quesito analogo: vale di più la vita di un soldato o il salvataggio di un eterno capolavoro artistico? La risposta non è data in maniera esplicita ma solo “tra le righe” di un discorso ben più ampio. Un film godibile ma non eccelso. Una commistione di generi. A metà tra la commedia nera, il film di guerra e di impegno civile. Un pot-pourri che, in questo caso, funziona solo parzialmente.

Voto: 6+

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