La scomparsa di Patò è un film scritto da Andrea Camilleri e diretto da Rocco Mortelliti.
Al nord, dalle mie parti… a Napoli, educazione vuole che si aspetti un “avanti” prima di entrare, dopo avere bussato.
A fine ‘800, nella piazza principale di quella Vigata così cara a Camilleri, la sera del Venerdi Santo si rappresenta Il Mortorio ovvero un allestimento teatrale sulla Passione di Gesù. Il Rag. Antonio Patò (Neri Marcorè) interpreta Giuda il cui destino è segnato dall’impiccagione. Durante la messinscena, gli viene legato il classico cappio al collo, quindi gli si spalanca il pavimento sotto i piedi ed egli cade nello spazio sottostante il palcoscenico. Tutto secondo copione tranne che per un particolare: Patò non riappare più. Sparito nel nulla. Ad indagare saranno due nemici/amici: il Maresciallo dei Carabinieri (Nino Frassica) e il delegato della Pubblica Sicurezza (Maurizio Casagrande). La scomparsa di Patò è una commedia tinta di giallo, girata in costume ed ambientata in quel paesino fittizio della costa siciliana meridionale in cui Camilleri si è divertito molte volte ad ambientare i suoi romanzi. Parlato in gran parte in siciliano, il film si regge sul rapporto forzatamente stretto tra i due protagonisti: il locale Maresciallo della Benemerita e il trapiantato (dal “Nord” ovvero da Napoli) delegato della Pubblica Sicurezza. Cane e gatto che si troveranno a collaborare per tentare di risolvere l’enigma. Un raccontino semplice, in stile perfettamente Camilleriano con un linguaggio d’altri tempi infarcito di – non sempre delicate – espressioni colorite. Un drink da bere tutto d’un fiato. Non lontano dalla struttura degli sceneggiati televisivi d’antan, tanto più che ci stupì di vederlo nella sala buia anzichè sul piccolo schermo domestico.
Uscita al cinema: 24 Febbraio 2012
Incasso: € 125.500
Voto: 6