La Donna Elettrica – la recensione
Halldóra Geirharðsdóttir è un’attrice islandese il cui nome, quasi impronunciabile, è praticamente sconosciuto in Italia ed interpreta Halla ovvero la protagonista del film La donna elettrica diretto da Benedikt Erlingsson. Apprezziamo con piacere il coraggio e l’intraprendenza di Teodora Film per aver scelto di distribuire in Italia una commedia-noncommedia islandese con un cast totalmente estraneo ai più e in un periodo (quello Natalizio) in cui il pubblico cinematografico cerca soprattutto commedie “tradizionali” per famiglie. La “donna elettrica” è un’ecoterrorista, un’eroina nera (o grigia), una persona qualunque che combatte con energia contro coloro che l’energia la utilizzano in scala industriale. Una spietata sabotatrice di tralicci dell’alta tensione. Una guerriera impegnata a dare battaglia contro i poteri grandi ed oscuri che alimentano le industrie ma danneggiano l’ambiente. E’ una commistione tra Erin Brockovich e Robin Hood in salsa – solo apparentemente – leggera per un film che sembra una commedia ma tale non è. Halla è come Davide contro Golia ma anche come il Dottor Jekyll e Mr. Hyde visto che in casa è una pacifica signora mentre fuori si trasforma nella terribile “vendicatrice” o meglio “rivendicatrice” dei diritti di tutti. Quali diritti? Quelli di poter respirare aria non inquinata, mangiare cibi non contaminati, di bere acqua pulita e di vivere secondo i ritmi della natura. I meravigliosi paesaggi islandesi aiutano molto ad entrare in sintonia con le motivazioni di Halla. Il motore che muove le azioni dell’eroina in questione è alimentato da propositi sacrosanti ma le modalità drastiche che vengono messe in atto sono discutibili. Il fine giustifica i mezzi? Non lo sappiamo. La domanda rimane in sospeso. Ognuno la può interpretare secondo la propria sensibilità. Il regista Benedikt Erlingsson lascia spazio al libero arbitrio di chi osserva. Attraverso espedienti narrativi del tutto particolari, si assiste ad un incedere altalenante della vicenda che, col tempo, si colora di toni variegati. Erlingsson non tralascia anche di citare numerosi classici cinematografici tra cui Intrigo Internazionale di Hitchcock e non solo. Per sintetizzare: Halla imbraccia l’arco e scaglia dardi impietosi contro i cavi dell’alta tensione per sabotare l’industria che persegue il profitto a scapito dell’ambiente. L’intero film diverte ma induce ad una riflessione profonda sui temi ambientali attraverso un’arguta provocazione. Non un uomo forte e robusto, ma una donna (appartenente a quello che, un tempo, veniva definito il “sesso debole”) contro un gigante prepotente ed invadente. Una battaglia “giusta” ma impari con un esito che sembra già scritto in partenza. Il tutto è confinato in un film non riconducibile ad una limitante etichetta. Un “format” libero ed indipendente proprio come l’anima della protagonista che lo percorre dall’inizio alla fine. La storia raccontata è intrigante, il modo in cui è raccontata non è banale, gli occhi a cui è destinata devono essere scevri da preconcetti etici e/o cinematografici.
VOTO: 6+