J. Edgar

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J. Edgar di Clint Eastwood con Leonardo DiCaprio, Naomi Watts, Armie Hammer, Judi Dench e Josh Lucas è la biografia di J. Edgar Hoover ovvero colui che guidò per ben 48 anni il Federal Bureau of Ivestigation (meglio nota come F.B.I.). Personalità molto complessa quella di Hoover. Da sempre legatissimo alla madre (interpretata da Judi Dench) e al lavoro nonchè al suo fido collaboratore e compagno (di vita) Clyde Tolson. Per quasi mezzo secolo ha diretto l’F.B.I. sotto otto diversi Presidenti e attraverso importanti avvenimenti storici che hanno segnato la storia americana e mondiale. Inventò scientifici sistemi di schedatura e rese istituzionale la metodologia di indagine attraverso le impronte digitali. Nominato capo del Bureau a poco più di vent’anni, sposò la causa del lavoro e vi si dedicò con ossessione fino al 1972. Si battè da sempre per controllare e sopprimere le minacce di sovversione da parte dei rivoluzionari comunisti e visse con uno stile di vita quasi monastico, senza una vera vita sociale. Ogni pranzo ed ogni cena di lavoro venivano trascorsi da J. Edgar in compagnia del fidato, amico e amato Clyde Tolson. Leonardo DiCaprio veste i panni del protagonista durante un lunghissimo arco temporale. Lo vediamo venticinquenne, trentenne, quarantenne e persino ultrasettantenne. Le mille ossessioni di J. Edgar sono dipinte con realismo e gelida freddezza. La zona grigia della sfera sessuale è solo abbozzata lasciando all’immaginazione dello spettatore tutto il background. I metodi poco ortodossi, le manipolazioni mediatiche, l’abilità di mantenere le redini del comando in un mondo che cambiava rapidamente sono raccontate con mano ferma da Clint Eastwood. Il ritratto che ne esce è impietoso. Una grande personalità che ha lasciato il segno in modo importante nella storia americana. Grazie a questa biografia, Hoover verrà conosciuto anche da chi, nel resto del mondo, non aveva mai sentito parlare di lui. Clint Eastwood ha imparato dagli errori di Invictus ed ha calibrato la biografia in modo da evitare punte retoriche, concentrandosi sull’analisi psico-sociale di una figura umana tanto ingombrante quanto prorompente.

Voto: 7

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