Il segreto dei suoi occhi (El secreto de sus ojos) di Juan José Campanella con Ricardo Darín (Benjamin Esposito), Soledad Villamil (Irene Hastings), Pablo Rago (Ricardo Morales), Javier Godino (Isidoro Gómez) e Guillermo Francella (Pablo Sandoval) vinse il premio Oscar 2010 come Miglior Film in lingua straniera.
Originale e appassionante dramma difficilmente imprigionabile in un solo genere cinematografico. In una unica storia drammatica, con profonde introspezioni nell’animo umano, ne sono racchiuse molte altre. La portata principale è un amore non dichiarato per anni e in continua attesa di sviluppi. Il contorno è composto da un’amicizia più profonda di quanto si possa immaginare. Il secondo piatto è carico di violenza, dolore, rabbia e amarezza. La metafora culinaria è completa di dessert: un finale sorprendente con risvolti del tutto imprevedibili. Siamo in Argentina. Benjamin Esposito è un ex dirigente del tribunale da poco ritiratosi per anzianità dopo trent’anni di lavoro. Ora che le sue giornate sono piene di tempo libero, Benjamin inizia a scrivere un libro rispolverando un caso su cui indagò negli anni settanta. Una bellissima ragazza venne trovata morta dopo essere stata stuprata con inaudita violenza. Il marito ne rimase talmente sconvolto da restare psicologicamente segnato per tutta la vita. L’indagine su questo efferato omicidio venne affidata a Benjamin che conobbe, con l’occasione, il suo nuovo responsabile e superiore: la giovane cancelliera del tribunale, Dott.ssa Irene Hastings. Si innamorò da subito di lei ma non ebbe mai l’ardore di dichiararsi. L’intreccio tra le indagini che portarono alla scoperta del colpevole e il rapporto intensissimo ma compresso tra Benjamin e la Dott.ssa Hastings sono tra loro correlati anche grazie ad un singolare anello di congiunzione: il simpatico collega Pablo Sandoval (il “Santo Bevitore” i cui inserti ironici e divertenti si riveleranno ben più importanti di quanto possano apparire all’inizio). I lunghi flashback raccontano l’antefatto con dovizia di particolari e approfondimenti psico-sociologici. Il finale rivelatore tira le fila della narrazione e completa il puzzle con sorprendente intensità. Una produzione Ispano-Argentina con gli interpreti giusti ai posti giusti. La complessità della psiche umana è tanto imperscrutabile quanto incomprensibile. Quando si ritiene di avere indagato con successo e compreso appieno il comportamento umano, tutto cambia apparendo miracolosamente diverso. Emblematica, a tal proposito, la metamorfosi della parola “temo” in “te amo” grazie alla sola aggiunta della lettera “A”. Il segreto dei suoi occhi è capace di spiazzare lo spettatore rimanendo impresso e colpendo in pieno centro il bersaglio. Cinema allo stato puro. Anche la regia non manca di stupire. Basti osservare il lunghissimo piano sequenza girato allo stadio di calcio. Cinque minuti straordinari con un’unica inquadratura che parte da lontanissimo fino ad arrivare ai meandri più interni dello stadio, terminando poi in mezzo al campo di gioco. Un racconto imprescindibile. Film consigliatissimo.
Voto: 8½