Nel 1985 Clint Eastwood tornò a dirigere e recitare in un film di genere western mettendo un’altro mattoncino su quell’edificio imponente che è la sua cinematografia. Il Cavaliere Pallido (Pale Rider) entrò a piedi pari nella celebrità al punto da ispirare anche il nome della birra che Eastwood avrebbe prodotto una decina di anni più tardi: la Pale Rider Ale. Il film è incentrato sulla diatriba tra i cercatori d’oro “artigianali” e quelli più organizzati e aggressivi. In questa lotta si inserisce il predicatore ovvero un personaggio che indossa il collarino da religioso ma impugna la pistola e la utilizza in maniera impeccabile. Il Cavaliere Pallido rispetta numerosi canoni dei classici film diretti, prodotti ed interpretati da Clint Eastwood sia di genere western che non. Uno su tutti: l’inquadratura iniziale in campo lunghissimo con rumore di zoccoli di cavallo al galoppo. Il montaggio, inutile dirlo, è di Joel Cox già collaboratore di Eastwood in decine di film. Anche il protagonista ha caratteristiche consolidate: un figura anomala (in questo caso un fantomatico predicatore) che si mostra abile in maniera non consona all’abito indossato. In Il Cavaliere Pallido è un “religioso” abituato a sporcarsi le mani senza alcun timore in difesa di una comunità di tranquilli cercatori d’oro angustiati da feroci bande rivali. Pure il doppiatore italiano di Eastwood non riserva sorprese: Michele Kalamera ovvero la voce storica di Clint. Il film venne presentato in anteprima al Festival di Cannes e riscosse un meritato e ampio consenso da parte del pubblico che accorse numeroso nelle sale cinema di mezzo mondo per poterlo vedere. Oggi Il Cavaliere Pallido è quasi unanimemente considerato un classico del genere western. Tra gli interpreti, oltre al già citato protagonista, troviamo anche Michael Moriarty, Carrie Snodgress, Sydney Penny e Chris Penn. La scena forse più celebre è quella in cui Spider Conway (interpretato da Douglas “Dough” McGrath) torna in paese da solo e si piazza in strada, visibilmente ubriaco, con la bottiglia in una mano e una enorme pepita d’oro, trovata poco prima, nell’altra. Di fronte all’uomo si piazza l’avversario Stockburn (John Russell) che, insieme ai suoi fidi pistoleri, deride il malcapitato e poi lo crivella di pallottole senza alcuna pietà. Da cineteca anche la lunga sequenza finale con la ultraclassica resa dei conti.