King Kong 2 (King Kong Lives) è senza dubbio uno dei più brutti film della storia del cinema mondiale. Uscì nelle sale nel 1986 ed è il sequel di quel King Kong che fece scalpore nel 1976. Il regista di entrambi gli episodi è sempre il medesimo: John Guillermin. Nessuno può dimenticare l’immagine di Kong che scalò le torri gemelle del World Trade Center per poi essere abbattuto dagli elicotteri precipitando giù dai grattacieli schiantandosi al suolo. Il suo cuore finì di pulsare nella sequenza finale. Era sicuramente deceduto. E invece no! Fu tenuto in vita per anni in una speciale terapia intensiva in uno stato simile al coma farmacologico. Ma cosa succede? Improvvisamente ha urgente bisogno di una trasfusione di plasma. Fortunatamente a Kong Island viene scoperta e catturata proprio una femmina della stessa famiglia di Kong. Grazie al sangue del secondo esemplare di scimmia gigante si riesce a far risorgere il famoso Kong. Onestamente è molto difficile trovare un’altra simile accozzaglia di ridicolaggini di sceneggiatura ed effetti speciali. Tra orribili sfondi più finti delle banconote da sette euro ed enormi massi che si staccano dalla montagna per rimbalzare a terra come il polistirolo di cui sono composti, scorre una storia che fa innervosire anche i più pazienti. Veramente grottesche le scene con tenere effusioni tra Kong e la sua signora. Inguardabili le scene di vita quotidiana come quelle in cui Kong sgranocchia i coccodrilli della palude come teneri snack. Anche Linda Hamilton contribuisce alla pessima riuscita del film riuscendo ad essere meno credibile di Sarah Connor in Terminator. La ciliegina sulla torta è la trovata finale della ricerca di un giaciglio per permettere alla “Signora” di partorire un piccolo e tenero Kongino. Inutile dire che il protagonista verrà di nuovo preso a cannonate dall’esercito americano e vedrà la nascita del piccolo poco prima di morire per la seconda (definitiva?) volta. Mamma e figlio vivranno felici e contenti nella loro foresta.
Voto: 2