I due Presidenti

I due presidenti

I due Presidenti (The Special Relationship) diretto da Richard Loncraine con Dennis Quaid e Michael Sheen. Quando vuoi rappresentare Tony Blair sullo schermo, chi chiami? Michael Sheen ovviamente! L’attore inglese veste per la terza volta i suoi panni, dopo il TV Movie The Deal del 2003 e il film The Queen del 2006.
In I due Presidenti Loncraine rappresenta, in versione cinematografica, quello che si ritiene fosse lo stretto rapporto intercorrente tra Bill Clinton e Tony Blair negli anni in cui erano alla guida dei rispettivi paesi. Ad onor del vero, dobbiamo dire che nessuno dei due ne esce benissimo, specialmente Clinton. Entrambi vengono dipinti più come macchiette che come leader carismatici. Fin da subito si palesa la vera mano ferma di Hillary a dimostrazione del fatto che era proprio la First Lady a portare i pantaloni in casa Clinton. Anche se Bill comandava (ufficialmente), Hillary non stava certo a guardare. Non a caso i due coniugi erano talmente interconnessi da essere etichettati come “Billary”. Anche il Premier inglese viene presentato come il classico politico molto astuto e abile nel saper vendere le proprie idee e a farle accettare come buone dall’interlocutore. All’inizio del suo mandato, per esempio, Blair “compra” le simpatie dei francesi dichiarando più volte “io sono europeo” e si fa riprendere dalle telecamere al fianco del Presidente Chirac salvo ammettere, dopo qualche anno, che “tutte le parole che provocano piacere vengono abbattute se hanno come prefisso la parola euro“. Dopo il rapido scorrere delle torbide e conosciutissime vicende dello scandalo Lewinsky e della guerra in Serbia il rapporto tra i due cambia notevolmente. Blair dapprima difende a spada tratta Clinton in merito allo scandalo sessuale per poi pugnalarlo alle spalle parlando a Chicago contro l’atteggiamento degli USA nella guerra dei balcani. Alla fine di tutto è proprio il “Davide” Tony Blair a fare la figura del leader astuto che tiene al guinzaglio il Presidente “Golia” americano. Nonostante l’argomento scottante, il film è leggero. Scorre veloce ma è lontano anni luce dal ben più apprezzabile e già citato The Queen di Stephen Frears.

Voto: 6-

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