Gambit con Colin Firth, Cameron Diaz, Alan Rickman, Tom Courtenay, Stanley Tucci.
Questa volta Joel ed Ethan Coen si sono limitati a scrivere la sceneggiatura di Gambit, lasciando l’onore e l’onere della regia a Michael Hoffman. Lionel Shahbandar (Alan Rickman) è un ricchissimo magnate inglese nel settore delle telecomunicazioni e Harry Deane (Colin Firth) è un suo dipendente. Per la precisione Deane è il responsabile del controllo qualità dei quadri e dipinti posseduti da Shahbandar. Stanco di essere vessato da quello spaccone del suo capo, Dean architetta un arguto e semplice, ma solo all’apparenza, piano per truffare Shahbandar; lo scopo è quello di spillargli diversi milioni di sterline. Per attuare tutto ciò Dean coinvolge una provincialotta texana (Cameron Diaz) ed un falsario di dipinti (Tom Courtenay). Tutto sembra estremamente semplice e liscio come l’olio ma gli eventi prenderanno una piega inaspettata e imprevedibile. La commedia scritta dai fratelli Coen mostra le classiche caratteristiche già notoriamente congeniali ai due registi di Minneapolis: quel nonsochè di sofisticato, sottilmente provocatorio e irriverente. L’interpretazione volutamente ingessata di Firth e quella altrettanto volutamente sopra le righe della Diaz, imperlano una sceneggiatura a tratti paradossale ed eccessiva. Una commedia non ridanciana ma intellettualoide e originale. Una simpatica passeggiata in compagnia di interpreti di lusso.
Voto: 6