The Butler – un maggiordomo alla Casa Bianca (titolo originale: The Butler) di Lee Daniels con Forest Whitaker (il protagonista Cecil Gaines), Oprah Winfrey (sua moglie Gloria), Robin Williams (il Presidente Eisenhower), John Cusack (il Presidente Nixon), Liev Schreiber (il Presidente Johnson), James Marsden (il Presidente Kennedy), Minka Kelly (sua moglie Jackie), Alan Rickman (il Presidente Reagan), Jane Fonda (sua moglie Nancy), Mariah Carey, Cuba Gooding Jr., Terrence Howard, Lenny Kravitz, Vanessa Redgrave, Melissa Leo. Ispirato ad una storia vera, è un film biografico. Cecil Gaines è un “negro di casa” ovvero un maggiordomo di colore che ha imparato il mestiere di domestico dopo essere scappato dal sud schiavista ai primi del novecento. Approdato a Washington, riesce a farsi assumere in un lussuoso hotel e, per un caso apparentemente fortuito, viene poi chiamato a sostituire uno dei maggiordomi in servizio alla Casa Bianca. Grazie alla sua discrezione e professionalità, riuscirà a mantenere quel posto di prestigio per più di trent’anni. Pur senza alcuna scolarizzazione, Cecil riesce a mantenere un’occupazione prestigiosa e una famiglia più che dignitosa con moglie e due figli. Il regista di colore e dichiaratamente gay Lee Daniels ama puntare l’accento sulle battaglie in difesa dei diritti civili. Con il film The Butler, prende spunto dalla vita vera di Cecil Gaines per raccontare la storia recente dei neri d’America nel percorso di conquista di quei diritti civili che li hanno ora portati alla medesima dignità della popolazione bianca. A partire dall’infanzia di Gaines, nei campi di cotone del sud in pieni anni ’20, passando dalle prime lotte non violente a quelle più dure, dagli insegnamenti dei primi storici leader di colore come Martin Luther King o Malcom X, fino alla guerra in Viet-Nam degl’anni ’60 e ’70 (in cui persero la vita anche migliaia di soldati neri). Cent’anni di storia, di battaglie, di vittorie e di sconfitte. Lee Daniels scorre in rapida sequenza i più importanti accadimenti americani purchè siano in relazione con la questione razziale. Il film non eccede in facili drammatizzazioni, mantenendo un buon equilibrio. Piuttosto ruffiana la struttura generale che evidenzia tutti i dettagli solitamente amati dall’Academy: un racconto drammatico, una battaglia per i diritti civili, questione razziale, storia americana, interpreti celeberrimi anche se non tutti di stampo cinematografico e buoni sentimenti. Il tutto ben curato e confezionato.
Voto: 7