Black Sea di Kevin Macdonald con Jude Law è un film d’avventura in gran parte ambientato sotto il livello del mare. Una vicenda improbabile sfiorata da un tocco di retorica in stile Armageddon. Un equipaggio formato per metá da ex militari russi e per metà inglesi; (quasi) tutti esperti sommergibilisti. La loro missione è di recuperare un U-Boot tedesco finito sul fondo del Mar Nero durante la Seconda Guerra Mondiale. Naturalmente non è un U-Boot qualunque e il compito deve rimanere segreto. Il mezzo utilizzato per il tentativo di recupero è un arrugginito vecchio sottomarino sovietico in disuso da anni che viene rimesso in sesto e poi condotto da un manipolo eterogeneo di tecnici e meccanici con mille problemi di varia natura alle spalle. Quasi una moderna versione di Quella sporca dozzina.
I sottomarini sono come le puttane. Più sono vecchie e meglio ti servono.
Al comando dell’operazione c’è un veterano: il Capitano Robinson (Jude Law). Nell’angusto spazio di un sommergibile in movimento l’affiatamento dell’equipaggio è un elemento essenziale per il buon esito della missione ma, al contrario, qui abbiamo elementi variegati tenuti insieme solo dalla brama di uscirne vivi e ricchissimi. Liti, screzi e problemi di ogni tipo non faranno fatica a proliferare in un’atmosfera già calda di per sé. La tensione resta alta per tutto il tempo e avvince fino all’ultimo. La pecca maggiore del film è la commistione di elementi già visti ed elaborati in altre storie simili. Agli occhi più smaliziati non sarà difficile prevedere la maggior parte dei colpi di scena. Buona la prova degli attori tra i quali spiccano Scoot McNairy e Ben Mendelsohn già insieme anche nell’apprezzabile Cogan – killing them softly.
Voto: 6