Bar Sport di Massimo Martelli con Claudio Bisio, Giuseppe Battiston, Antonio Catania, Angela Finocchiaro, Lunetta Savino, Vito, Antonio Cornacchione e Teo Teocoli. Un cast da Zelig per un film deludente ed indigesto. Lo spunto dato dall’omonimo libro di Stefano Benni poteva fornire il materiale per una simpatica operazione ma il film che ne è stato tratto è misero e dimenticabile. Una bruttura invereconda. Il film scimmiotta la fauna tipicamente frequentatrice di un Bar di periferia negli anni settanta che era colorita e colorata. Il barista tirchio e i suoi clienti: il saccente, l’imbranato, il maniaco del flipper, il depresso in crisi d’amore, le due anziane pettegole che vorrebbero fare il verso ai due vecchietti del Muppet Show ed infine la cassiera procace. Troviamo pure la pasta stagionata che fa bella mostra di sè in vetrina da mesi e mesi (chiamata La Luisona). Tutti i personaggi sono forzatamente caricaturali e lasciano il tempo che trovano. Una serie di gag mai dirompenti, ma solo deprimenti. Eravamo quattro amici al Bar, tra un Crodino, un bicchier di lambrusco ed una sfida a bigliardo. Discorsi fatui e partite a carte. Erano gli anni settanta e la vita di paese scorreva senza stress né tecnologia. Il libro di Benni ritrae il quadro storico di allora dipingendo i coloriti e variegati personaggi seduti ai tavolini del Bar Sport. Il film che ne è stato tratto fa quel che può; troppo poco. La simpatia degli interpreti è ingessata e forzata. Una struttura che delinea i tratti degli stereotipi ma non li approfondisce, rimane vuota e scarna. Film da bocciare senza appello perchè trattasi di una commedia che non diverte. Viene sinceramente da stupirsi leggendo nei titoli di coda che è stato riconosciuto come un film di interesse culturale… La provincia emiliana degli anni settanta è già stata ritratta in maniera ben più apprezzabile. Ricordiamo, per esempio, Radiofreccia di Ligabue.
Voto: 4 (commedia)